MEMORY BOX
IL MAESTRO / MEMORY BOX
"L’allievo che ha saputo attirare maggiormente l’attenzione del pubblico sia per la facilità di esecuzione che per l’interpretazione veramente garbata ed elegante è stato Daniele Maffeis del settimo corso di pianoforte del prof. Marinelli. Il Maffeis, dotato di finissimo spirito d’arte, ha saputo sostenere una prova assai ardua nella esecuzione della Fantasia in do, opera 15 di Schubert (perfetta l’interpretazione del meraviglioso adagio) in quanto seppe reggere al confronto dell’esecuzione di Backhaus che recentemente nella Società del Quartetto suonò lo stesso brano"
L’Eco di Bergamo5 luglio 1920
“Il Maffeis si presentò in questo suo lavoro, di carattere austero, musicista seriamente e profondamente colto, sicuro nel maneggio coloristico del suo complesso strumentale, nonché geniale, sia per la bontà delle idee tematiche, che per gli svolgimenti tecnici, concepiti con sicurezza e larghezza di respiro e con una ben intesa modernità, pieni di vivace snellezza; dove, pur non venendo mai meno al carattere di classicità imposto a chi tratta questo genere di composizione, non mancò nei tre tempi di rivelare dei begli squarci di travolgente musicalità ed una vena limpida e scorrevole”
Nota del del Prof. M° Marinelli a commento dell’esecuzione di Preludio, corale e fuga per organo, archi e tromba di Daniele Maffeis28 maggio 1929
”Rispetto a Il Maestro Smania le due opere successive, Le Tre Notti di Luce e Anthy, appaiono senza dubbio più mature nella struttura formale e nella concezione narrativa della musica, nonché più ricche nell’orchestrazione e nell’elaborazione dei vari motivi conduttori, aspetti questi che già nello ‘Smania’ comunque risultano di un livello qualitativo ragguardevole.
Soprattutto Anthy può essere giustamente considerata un capolavoro rispetto a tutta la produzione musicale di Maffeis, sia per il ritmo dell’azione e del commento musicale, molto sostenuto e di taglio decisamente drammatico, sia per la varietà di tematiche – l’amore, la guerra, l’inganno, la schiavitù del denaro, la religione, l’amicizia, la morte – contenute nell’omonimo romanzo di Guido Milanesi e nell’efficace e moderno libretto ricavato per Maffeis dall’amico Carlo Fontana. Tematiche che permettono all’autore di sviluppare una vasta gamma di spunti musicali, unificati da un recitativo continuo di ottimo effetto narrativo e spesso sconfinati nell’esotismo secondo un gusto che, a partire da Madama Butterfly, Turandot, La Fanciulla del West di Puccini, affascinò per decenni gli scrittori e i fruitori di musica lirica”
Mario BertasaStorico della musica
"Cultura vasta e varia. Tutt’altro che superficiale o dilettante, ma mai ostentata"
Mons. Giovanni CipollaPrevosto in Santa Maria Nuova di Abbiategrasso
“Dai lunghi conversari artistici avuti con lui, ho potuto farmi una precisa idea della sua personalità culturale, che non era facile strappare alle sue reticenze, alle sue opinioni. Malgrado la sua intensa attività di insegnante egli era tutt’altro che un parruccone attaccato alle regole; per lui ciò che contava era la fantasia, l’ispirazione, l’umanità, la religiosità non formale ma intima”
“I suoi studi musicali avevano approfondito il patrimonio classico in modo completo: la sua base era dunque quella, sicura come punto di partenza verso gli sviluppi naturali dei tempi. La sua adesione al patrimonio italiano della musica sacra era indefettibile. Ciò non toglieva che fosse un fervente ammiratore di Wagner e insieme del migliore melodramma ottocentesco con particolare propensione al lirismo del conterraneo Donizetti. Aveva una grande diffidenza per ogni produzione contemporanea che sapesse di moda o di snobismo intellettualistico: voleva comunque sempre rendersene conto, mostrando grande apertura mentale”
“I suoi studi musicali avevano approfondito il patrimonio classico in modo completo: la sua base era dunque quella, sicura come punto di partenza verso gli sviluppi naturali dei tempi. La sua adesione al patrimonio italiano della musica sacra era indefettibile. Ciò non toglieva che fosse un fervente ammiratore di Wagner e insieme del migliore melodramma ottocentesco con particolare propensione al lirismo del conterraneo Donizetti. Aveva una grande diffidenza per ogni produzione contemporanea che sapesse di moda o di snobismo intellettualistico: voleva comunque sempre rendersene conto, mostrando grande apertura mentale”
Ciro FontanaFiglio del librettista Carlo Fontana
“Nella sua musica si può trovare spesso una miscela accattivante tra istintività e osservanza delle regole compositive accademiche, tra conoscenza della tradizione e della letteratura colta da un lato e dall’altro utilizzo di moduli e stile della musica popolare, alla maniera ottocentesca Liszt e Brahms”
Bernardino ZappaCritico musicale
“Bergamo, le sue valli e la sua pianura, sono terra di musicisti, e in questa storia c’è anche Daniele Maffeis. [...] Che cosa colpisce di questa figura? Prima di tutto impressiona la sua singolarità, che trae fondamento dal coraggio di svolgere con diuturno impegno il mestiere del compositore al servizio dell’arte e degli altri. Maffeis, infatti, ha fatto della musica il centro della sua vita e il suo mezzo di sostentamento, ma anche lo strumento per una presenza sociale preziosa, in una modalità che richiama l’attività dei musicisti antichi”
"La composizione del Maffeis ti avvince con una semplicità che genera stupore ed incanto. È una meraviglia che cattura gli interpreti e il pubblico che immagino presi dal mondo magico del teatro musicale. Maffeis li ammalia con il linguaggio di un genere, quello dell’opera, che allora, all’epoca della composizione di questi lavori, era assai più popolare. Ma ripulisce la musica e il canto da ogni posa melodrammatica, che sarebbe fuori di luogo. Approda ad uno stile vivo e colloquiale assai adatto ad una fiaba o ad una parabola in musica. Mi pare insomma che queste operine terrebbero ancora desta l’attenzione dei piccoli e degli adulti"
"La composizione del Maffeis ti avvince con una semplicità che genera stupore ed incanto. È una meraviglia che cattura gli interpreti e il pubblico che immagino presi dal mondo magico del teatro musicale. Maffeis li ammalia con il linguaggio di un genere, quello dell’opera, che allora, all’epoca della composizione di questi lavori, era assai più popolare. Ma ripulisce la musica e il canto da ogni posa melodrammatica, che sarebbe fuori di luogo. Approda ad uno stile vivo e colloquiale assai adatto ad una fiaba o ad una parabola in musica. Mi pare insomma che queste operine terrebbero ancora desta l’attenzione dei piccoli e degli adulti"
Giancarlo LandiniCritico musicale e musicologo
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"L’allievo che ha saputo attirare maggiormente l’attenzione del pubblico sia per la facilità di esecuzione che per l’interpretazione veramente garbata ed elegante è stato Daniele Maffeis del settimo corso di pianoforte del prof. Marinelli. Il Maffeis, dotato di finissimo spirito d’arte, ha saputo sostenere una prova assai ardua nella esecuzione della Fantasia in do, opera 15 di Schubert (perfetta l’interpretazione del meraviglioso adagio) in quanto seppe reggere al confronto dell’esecuzione di Backhaus che recentemente nella Società del Quartetto suonò lo stesso brano"
L’Eco di Bergamo5 luglio 1920
“Il Maffeis si presentò in questo suo lavoro, di carattere austero, musicista seriamente e profondamente colto, sicuro nel maneggio coloristico del suo complesso strumentale, nonché geniale, sia per la bontà delle idee tematiche, che per gli svolgimenti tecnici, concepiti con sicurezza e larghezza di respiro e con una ben intesa modernità, pieni di vivace snellezza; dove, pur non venendo mai meno al carattere di classicità imposto a chi tratta questo genere di composizione, non mancò nei tre tempi di rivelare dei begli squarci di travolgente musicalità ed una vena limpida e scorrevole”
Nota del del Prof. M° Marinelli a commento dell’esecuzione di Preludio, corale e fuga per organo, archi e tromba di Daniele Maffeis28 maggio 1929
”Rispetto a Il Maestro Smania le due opere successive, Le Tre Notti di Luce e Anthy, appaiono senza dubbio più mature nella struttura formale e nella concezione narrativa della musica, nonché più ricche nell’orchestrazione e nell’elaborazione dei vari motivi conduttori, aspetti questi che già nello ‘Smania’ comunque risultano di un livello qualitativo ragguardevole.
Soprattutto Anthy può essere giustamente considerata un capolavoro rispetto a tutta la produzione musicale di Maffeis, sia per il ritmo dell’azione e del commento musicale, molto sostenuto e di taglio decisamente drammatico, sia per la varietà di tematiche – l’amore, la guerra, l’inganno, la schiavitù del denaro, la religione, l’amicizia, la morte – contenute nell’omonimo romanzo di Guido Milanesi e nell’efficace e moderno libretto ricavato per Maffeis dall’amico Carlo Fontana. Tematiche che permettono all’autore di sviluppare una vasta gamma di spunti musicali, unificati da un recitativo continuo di ottimo effetto narrativo e spesso sconfinati nell’esotismo secondo un gusto che, a partire da Madama Butterfly, Turandot, La Fanciulla del West di Puccini, affascinò per decenni gli scrittori e i fruitori di musica lirica”
Mario BertasaStorico della musica
"Cultura vasta e varia. Tutt’altro che superficiale o dilettante, ma mai ostentata"
Mons. Giovanni CipollaPrevosto in Santa Maria Nuova di Abbiategrasso
“Dai lunghi conversari artistici avuti con lui, ho potuto farmi una precisa idea della sua personalità culturale, che non era facile strappare alle sue reticenze, alle sue opinioni. Malgrado la sua intensa attività di insegnante egli era tutt’altro che un parruccone attaccato alle regole; per lui ciò che contava era la fantasia, l’ispirazione, l’umanità, la religiosità non formale ma intima”
“I suoi studi musicali avevano approfondito il patrimonio classico in modo completo: la sua base era dunque quella, sicura come punto di partenza verso gli sviluppi naturali dei tempi. La sua adesione al patrimonio italiano della musica sacra era indefettibile. Ciò non toglieva che fosse un fervente ammiratore di Wagner e insieme del migliore melodramma ottocentesco con particolare propensione al lirismo del conterraneo Donizetti. Aveva una grande diffidenza per ogni produzione contemporanea che sapesse di moda o di snobismo intellettualistico: voleva comunque sempre rendersene conto, mostrando grande apertura mentale”
“I suoi studi musicali avevano approfondito il patrimonio classico in modo completo: la sua base era dunque quella, sicura come punto di partenza verso gli sviluppi naturali dei tempi. La sua adesione al patrimonio italiano della musica sacra era indefettibile. Ciò non toglieva che fosse un fervente ammiratore di Wagner e insieme del migliore melodramma ottocentesco con particolare propensione al lirismo del conterraneo Donizetti. Aveva una grande diffidenza per ogni produzione contemporanea che sapesse di moda o di snobismo intellettualistico: voleva comunque sempre rendersene conto, mostrando grande apertura mentale”
Ciro FontanaFiglio del librettista Carlo Fontana
“Nella sua musica si può trovare spesso una miscela accattivante tra istintività e osservanza delle regole compositive accademiche, tra conoscenza della tradizione e della letteratura colta da un lato e dall’altro utilizzo di moduli e stile della musica popolare, alla maniera ottocentesca Liszt e Brahms”
Bernardino ZappaCritico musicale
“Bergamo, le sue valli e la sua pianura, sono terra di musicisti, e in questa storia c’è anche Daniele Maffeis. [...] Che cosa colpisce di questa figura? Prima di tutto impressiona la sua singolarità, che trae fondamento dal coraggio di svolgere con diuturno impegno il mestiere del compositore al servizio dell’arte e degli altri. Maffeis, infatti, ha fatto della musica il centro della sua vita e il suo mezzo di sostentamento, ma anche lo strumento per una presenza sociale preziosa, in una modalità che richiama l’attività dei musicisti antichi”
"La composizione del Maffeis ti avvince con una semplicità che genera stupore ed incanto. È una meraviglia che cattura gli interpreti e il pubblico che immagino presi dal mondo magico del teatro musicale. Maffeis li ammalia con il linguaggio di un genere, quello dell’opera, che allora, all’epoca della composizione di questi lavori, era assai più popolare. Ma ripulisce la musica e il canto da ogni posa melodrammatica, che sarebbe fuori di luogo. Approda ad uno stile vivo e colloquiale assai adatto ad una fiaba o ad una parabola in musica. Mi pare insomma che queste operine terrebbero ancora desta l’attenzione dei piccoli e degli adulti"
"La composizione del Maffeis ti avvince con una semplicità che genera stupore ed incanto. È una meraviglia che cattura gli interpreti e il pubblico che immagino presi dal mondo magico del teatro musicale. Maffeis li ammalia con il linguaggio di un genere, quello dell’opera, che allora, all’epoca della composizione di questi lavori, era assai più popolare. Ma ripulisce la musica e il canto da ogni posa melodrammatica, che sarebbe fuori di luogo. Approda ad uno stile vivo e colloquiale assai adatto ad una fiaba o ad una parabola in musica. Mi pare insomma che queste operine terrebbero ancora desta l’attenzione dei piccoli e degli adulti"
Giancarlo LandiniCritico musicale e musicologo
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