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14 ottobre 2023

14 ottobre 2023

Harmonices Mundi ha proposto l’intero repertorio corale di carattere non sacro del nostro Maestro, formato da cinque composizioni, scritte da Daniele Maffeis durante diversi periodi della sua esistenza, tutti quanti rispondenti a uno stile e a una modalità espressiva diversa, forse pensata in funzione di chi ne sarebbe stato l’esecutore diretto.

Il brano ‘La mia baita’ (per coro maschile, testo di E. Gnecchi), appartiene perfettamente a quel filone di composizioni legate al mondo del ‘canto popolare’ (reso celebre dalle compagini corali appartenenti al mondo degli Alpini) attraverso un diretto legame – come si evince dal testo e dal titolo stesso della composizione – al mondo della montagna e della connessione con il mondo alpestre.

Le due composizioni ‘Elegia’ e ‘Lamento per la morte di Barabau’, di cui non conosciamo la data di composizione ma ipotizziamo possano risalire ai primi anni ’50, hanno comune il testo (di origini antiche e incerte, reso popolare durante gli anni del Ventennio con la celebre canzone, dal testo leggermente variato, ‘Maramao perché sei morto?’ del 1939) e rispecchiano entrambe la vocazione ‘scherzosa’ e, allo stesso tempo, la profonda ricerca armonica che ha caratterizzato l’ultima produzione del Maestro, senza ovviamente dimenticare la spontaneità e la massima resa dell’espressività che ha sempre mosso il suo estro.

Sia il brano ‘Il fuoco’, del 1939, che il brano ‘Gioioso pianto di ippocastani’ (per entrambe le composizioni non conosciamo l’autore) rappresentano perfettamente un omaggio alla tradizione storica del Madrigale: possiedono infatti tutte le caratteristiche di una composizione ‘in stile’ (con influenze moderne, paragonabili alle medesime esperienze che, alcuni anni dopo, avrebbe condotto il milanese Bruno Bettinelli nel medesimo versante), attraverso una diretta corrispondenza tra parola e suono, che potesse mettere in luce anche le caratteristiche timbriche delle singole parti coinvolte.

L’eredità artistica che Daniele Maffeis ha lasciato, soprattutto per quanto riguarda il profondo legame con la propria terra e le proprie radici, è stata accolta e fatta propria da tre giovani compositori bergamaschi – Mattia Sonzogni, William Limonta e Dario Natali – i quali, attraverso una personale ‘dichiarazione d’amore’ per la terra d’origine e attraverso stili, simbologie e visioni poetiche tra loro differenti hanno voluto rendere omaggio alla figura del compositore di Gazzaniga.

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